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Job Floris

Broader than Broadway

Le anomalie dentro la griglia

New York, Columbus Circle, Berenice Abbott, 1898 - ZOOM

New York, Columbus Circle, Berenice Abbott, 1898

Abstract
La tipologia di edifici poco profondi e cuneiformi è emersa come conseguenza dell’incontro di un piano urbano inserito in un tessuto urbano esistente. Questo fenomeno compare in diverse città come New York o Parigi. Generalmente, queste anomalie non fanno parte della strategia urbana in modo conscio, ma sono eccezioni e difetti nella logica della pianificazione. Nonostante ciò sono la causa di momenti urbani affascinanti, nei quali l’unione tra urbanistica e architettura sembra dare del suo meglio. Queste anomalie si possono percepire sia come insoliti oggetti, sia come obbedienza al piano urbanistico. Seguendo le regole di quest'ultimo su tutta la linea, sorgono edifici grande importanza perche' pezzi indispensabili in grado di rafforzare la trama urbana. 


Osservare l’intrigante Flat Iron Building a New York pone la domanda su quali condizioni abbiano portato alla realizzazione di questa eccezionale struttura triangolare. Il “Fuller Building” (il nome originale) è stato completato nel 1902, progettato dallo studio di architettura gestito da Daniel Burnham. La forma triangolare dell’edificio era dovuta all’incrocio tra la 5th Avenue e Broadway, una strada storica, e la più grande eccezione all’interno della rigida griglia del Commissioners' plan. Per prima cosa, il clima economico ha creato una tale pressione sul suolo disponibile da portare alla realizzazione di edifici su lotti atipici. In secondo luogo, il piano urbano era esigente e rigido nel mantenimento del perimetro di questo lotto triangolare, a scapito delle condizioni architettoniche convenzionali. Ciò ha provocato un’alta inefficienza sul rapporto tra il piano e l’elevazione, e allo stesso tempo una bellezza assoluta di un volume insolito. Un precursore è il Times Building presso Times Square, progettato da Eidlitz & McKenzie nel 1903. Sfortunatamente è stato lentamente demolito a causa di varie riconversioni. Questa grande casa-torre celebrava autenticamente lo slancio dell’impronta stretta in verticale, formando un ibrido tra una cattedrale monumentale ed un palazzo per uffici, dimostrando la consapevolezza delle potenziali del lotto sia tra i pianificatori che tra i committenti. Mentre il Flat Iron Building è probabilmente il riferimento più noto, con Broadway come esempio di eccezione alla griglia, ciò trascende New York stessa. Altre situazioni di un’urbanistica che prevale sull’architettura creando straordinari tipi di edificio si possono trovare anche in altri luoghi come Parigi e Roma. Questo fenomeno compare in più città compatte in tutto il mondo, sebbene varino i rispettivi motivi caso per caso. Questo da’ luogo all’esplorazione di eccezioni o carenze nella logica dei piani urbani causati da osservazioni di tipologie insolite di edifici snelli, poco profondi, a forma di cuneo, emerse come conseguenza dell’incontro di un piano urbano inserito nel tessuto della città esistente. 
A Parigi, questo fenomeno sembra più complesso, essendo composto da più forme. Qui, l’attuazione del Piano Haussmann fra 1853 e 1870, ha creato una molteplicità di edifici a forma di cuneo dove la griglia a forma stellare ha causato appositamente isolati triangolari pianificando questo fenomeno invece di renderlo un difetto e componendo un’architettura subordinata alle regole urbanistiche1. Questo desiderio di una nuova immagine urbana moderna ha comportato una ricca varietà di tipologie di abitazioni. Inoltre, esistono situazioni in cui le strutture vecchie si relazionavano a quelle nuove generando forme cuneiformi di svariate altezze. Questi sono momenti in cui la giustificazione delle nuove strade doveva continuare all’estremo, a dispetto di questioni pratiche. Di conseguenza, questi edifici sembrano formare una categoria tipologica indipendente che non appartenesse esclusivamente né alla scala dell’architettura, né a quella dell’urbanistica. L’attrattiva sta nell’autonomia di questi oggetti che si comportano come elementi che scardinano un blocco più grande, palesemente membro della famiglia, in cui le facciate si mescolano totalmente, quasi a camuffare la loro eccentricità. Tuttavia, le loro proporzioni risaltano grazie al loro sviluppo verticale, dando luogo all’ambiguità che sta tra un edificio rigonfio e un isolato ridotto. Nonostante ciò, costituiscono una parte indispensabile di un gesto urbano, mentre sfidano l’architettura, simultaneamente formando una sorta di massa riempitiva che rispetta la rappresentazione della città. 
A parte i casi di Parigi, in genere, è difficile interpretare queste anomalie urbane come parti consapevoli e intenzionali di una strategia urbana. Ciò nonostante, queste collisioni provocano momenti urbani affascinanti, dove la mescolanza di urbanistica e architettura raggiunge i suoi massimi livelli. Queste anomalie si possono percepire sia come insoliti oggetti, sia come massima sudditanza al piano urbanistico. Seguendo le regole dell’urbanistica fino in fondo, sorgono edifici dalle proporzioni insolite e di grande importanza, fenomeni indispensabili in grado di rafforzare la trama urbana. Al contrario, osservando dalla prospettiva architettonica vengono sollevate una serie di domande. Per esempio, queste anomalie nella morfologia urbana causano un’architettura che sia completamente servile, manipolata nella posizione scomoda di apparizioni non-ottimali, inefficienti e costosissime da parte della forza dell’urbanizzazione? Questi pezzi d’avanzo sono totalmente atipici e causano planimetrie difficoltose. È risultato di ignoranza? Oppure l’urbanistica consapevolmente esige che gli architetti siano esotici, obbediscano e nello stesso tempo offrano interpretazioni più larghe di programmi e riti di utilizzo e insediamento? Simultaneamente, anche le planimetrie offrono appartamenti distintivi di un unico piano, dove le abitudini convenzionali dei residenti andranno messe alla prova, dotati di finestre su tutti i fronti, che riempiranno con la luce del giorno l’appartamento. Sebbene la planimetria triangolare appartenga alla gente molto “in” di chi ha un vero debole per le forme elementari e radicali, gli architetti contemporanei stentano a realizzare tali edifici con sicurezza e convinzione, mentre la storica Parigi ne soffre in abbondanza. Naturalmente, completamente non al passo con l’economica contemporanea, in quanto l’angolo più acuto è meglio è, gli edifici cominciano ad agire come una lastra sempre più snella – fino al punto zero. Questo provoca tutta una serie di problemi interessanti, come il rapporto fra gli spazi serventi e serviti. L’impianto storico dell’appartamento parigino si adatta perfettamente a questa insolita forma, come il principio del bagno privato con lunghe infilate di stanze, elimina il corridoio. Il cuore della casa automaticamente spostato nella parte più profonda del piano, causando planimetrie delle stanze problematiche per gente che desiderava spazi rettangolari nella vita. Un esempio eclatante di una torre triangolare, progettata senza che il piano urbano esigesse una tale forma da J.J.P. Oud all’Aia, Olanda. Come parte di un grande centro congressi, la torre rappresentava un punto di riferimento, ed è stata realizzata nel 1969. A parte l’abbandono e la mancanza di un programma in cui inserirsi attualmente che enfatizzi la sua forma insolita, il suo piano triangolare equilatero causa lo straordinario effetto di un foglio sottile appeso nell’aria. Questo inganna l’occhio, dato che la profondità dell’edificio si può osservare sbirciando dietro l’angolo, dove normalmente si incontra il prospetto successivo grazie al rassicurante angolo retto. 
Triangoli a parte, in genere possiamo considerare questi edifici anomali sia come attori centrali dentro la strategia urbana sia come anomalie insolite. Ometterle provocherebbe un’eccezione enorme e sgradita che indebolirebbe il tessuto urbano. Il loro ruolo è paragonabile a un blocco di transizione. Per cui le loro elevazioni devono fondersi, secondo le regole formali della strada. Simultaneamente, le condizioni del lotto sono intrinsecamente problematiche. L’esotico viene criptato nella scarsa profondità di lotti che offrono spazio soltanto per una facciata spessa come ci ricorda l’idea del villaggio Potëmkin. Un edificio di cartone, un cartellone enorme, o un “Decorated Shed”. Dato che la prestazione delle elevazioni e delle piante è indipendente; entrambi costruiscono narrative diverse, offrendo opportunità illimitate ed impegnative ai loro architetti.

1 Come descritto in “Urban Forms: The Death and Life of the Urban Block”, Jean Castex, P. Panerai. Ivor Samuels. Routledge 2004

Job Floris è architetto e co-fondatore del MONADNOCK, uno studio a Rotterdam di architettura, urbanistica, design d'interni e ricerca. Attualmente, Floris dirige il Master in Architettura presso l'Accademia di Architettura di Rotterdam, scrive di architettura per diversi media ed è docente a contratto presso diversi istituti di architettura.
New York, Times Square, Timesbuilding - ZOOM

New York, Times Square, Timesbuilding