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GEO(foto)GRAFIA DEL PAESAGGIO - REGGIO EMILIA
Il gusto del paesaggio attraverso itinerari di osservazione geo-fotografica: Bassa, Collina, Pianura di mezzo
Coordinatore: Carlo Quintelli Curatori: Andrea Oliva
Fotografi: Francesca Bertolini, Mario Cocchi, Matteo Colla
Osservare il territorio reggiano attraverso l’obbiettivo fotografico significa cogliere almeno quattro ambiti geografici e morfologici circoscritti in fasce parallele che corrono da sud a nord. In un territorio dove la ragione euclidea si scontra con l’irrazionale fenotipo degli Appennini e del Po si individuano gli assi portanti della viabilità storica quale rete generatrice dell’insediamento: innanzitutto la via Emilia, che costituisce la spina dorsale del sistema, realizzata nel 187 a.C. da Emilio Lepido con la funzione di collegare, potenziandone le capacità militari, le priscae colonie latine di Rimini e Piacenza con Parma e Modena; l’ininterrotto ruolo svolto dalla consolare non solo di semplice asse di collegamento, ma anche di “generatore di polarità ”, ha fatto sì che l’odonimo “Aemilia” si sia trasformato in coronimo, un caso pressoché unico al mondo. Dicevamo poc’anzi della via Emilia “spina di un sistema brachitipo” che ha le derivate nelle “vie oblique”, anch’esse di origine romana, che dagli antichi centri abitati posti sulla consolare si irradiano fino al Po e agli Appennini in un network in-visibile di sistemi urbani; è il caso del lungo asse stradale rettilineo che collega Poviglio a Brescello sul Po, lacerto della antica Regium Lepidi-Brixellum attestata nelle fonti itinerarie romane. Della medesima origine è la strada Reggio-Correggio, che conserva il rettifilo romano presso S. Martino in Rio. Dal network invisibile emergono le vie di origine medievale che risalgono i crinali delle prime colline o corrono paralleli ad essi (via pedemontana Casalgrande-S.Polo) o che si addentrano nella media e bassa pianura seguendo i meandri di antichi paleolavei sopraelevati (strada Reggio-Massenzatico-Correggio su un paleoalveo del Crostolo, Strada Guastalla-Villanuova-Reggiolo, su un antico alveo del Po, ecc. ecc.). Appartenenti ad un network visibile sicuramente sono le infrastrutture realizzate in età moderna per volontà della Casa Estense di Modena, come la via transappenninica Reggio-La Spezia via Passo del Cerreto, risalente agli anni ‘20 del XIX secolo. Il 900 ha visto una sempre più capillare diffusione delle infrastrutture stradali in tutto il territorio e parallelamente alla creazione di strade ferrate che collegavano i principali centri della provincia con la grande tratta nazionale Milano-Bologna (Reggio-Cavriago-Montecchio-S.Polo; Reggio-Novellara-Guastalla; Reggio-Correggio-Carpi; Reggio-Cadelbosco-Castelnuovo Sotto-Poviglio-Brescello; Reggio-Scandiano-Sassuolo). Con lo smantellamento di alcune linee ferroviarie da un lato e l’incremento esponenziale della viabilità stradale dall’altro (fondovalle del Secchia, tangenziale di Reggio, nuova Reggio-Correggio ecc.), l’ultimo cinquantennio è stato soggetto a profonde trasformazioni urbane. Con la realizzazione del tronco emiliano della A1 (1959) ed in anni recentissimi della linea TAV Milano-Bologna si sono definitivamente consolidati l’intuizione romana del collegamento regionale est-ovest parallelo all’asse del Po e le figure in parallasse di un nuovo paesaggio in movimento.
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