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Edizione 2009/2010

COMUNITÀ/ARCHITETTURA


In che termini l´architettura interpreta l´esigenza comunitaria nell´era della globalizzazione e della conseguente evoluzione dei fenomeni urbani anche alla luce di una crescita esponenziale dell´espressione comunitaria virtuale? (Facebook)

Si tratta di un´esigenza sempre più rilevante rispetto al relativismo e alla dinamicità disarticolata dei ruoli e delle funzioni sociali (Bauman), all´emotività generalizzata dettata dalla percezione della paura (Virilio) e dalle valutazioni del rischio (Beck), in quanto aspetti comportamentali di una collettività a base individualistica in crisi di identità, e a cui il principio comunitario può dare risposte efficaci ma anche contraddittorie.

Il contratto sociale che, sulla spinta del timore reciproco tra individui insito nello stato di natura, determinante la struttura ordinatrice dello stato-leviatano, potente e minacciosa forma di controllo degli individui secondo il modello di Hobbes, può essere rilevato nelle forme intermedie di socialità organizzata secondo una scalarità che coinvolge la stessa idea di città e di parti di essa intese come configurazioni comunitarie?

E come la dimensione comunitaria si può caratterizzare, nella sua chiave insediativa attraverso le forme dello spazio costruito, rispetto all´emergere di fenomeni quali i flussi migratori, le problematiche ambientali e di contenimento energetico, la complessità delle dinamiche economiche?

La ricerca della condizione comunitaria come strumento di conciliazione sociale interpretato dall´architettura presenta due indirizzi prevalenti: quello dell´integrazione, della relazione sussidiaria, secondo i principi di un´aggregazione interprete delle dinamiche del divenire, oppure quello dell´isolamento, della parcellizzazione per nuclei chiusi ed omogenei dell´articolato sociale, secondo logiche prevalentemente difensive.

Le forme e le figure architettoniche dello spazio antropizzato si misurano da sempre con questi fenomeni a partire dal meccanismo comunitario per eccellenza, quello della civitas, sino agli esiti tipologicamente specializzati della modernità sociale quali il quartiere ma anche la città-fabbrica, l´ospedale, il campus universitario ed oggi la gate community residenziale, il polo della ricerca, l´insediamento per le vacanze ecc. ecc. Un corso storico dove il confine tra fenomeni comunitari capaci di coinvolgere e contaminare oppure frammentare ed alienare rivela una non univoca strumentalità del principio comunitario stesso.

Rispetto alla rinnovata attualità di questo tema in relazione a nuove emergenze dell´abitare, l´azione di ricerca derivabile cercherà di misurare il gradiente comunitario dell´esperienza architettonica quale contributo costitutivo della città contemporanea.

Si tratta di riconsiderare le forme e i congegni tipologici dell´architettura, coniuganti funzionalità e valenza rappresentativa, per una relazione positiva e significante tra fare architettura e fare società.

In questa indagine si deve innanzitutto chiarire che la consistenza complessa del dato comunitario non può essere limitata alla funzione residenziale bensì al rapporto tra residenza e servizi, tra sfera pubblica e sfera privata secondo il ruolo dell´abitare piuttosto che del risiedere.

Le implicazioni dell´interpretazione architettonica diventano di conseguenza estese ed articolate: nella definizione tipologica a fronte delle nuove culture comportamentali e degli stili di vita, nella costruzione dello spazio pubblico come strumento funzionale e simbolico di relazione, nella necessità di investire la figurazione di un dato rappresentativo non scontato.

D´altra parte, anche sul piano dell´attualità, il funzionalismo interpretativo e anti-modellistico di un´architettura comunitaria dell´abitare è assumibile quale alternativa all´emergenza delle politiche residenziali che si apprestano a produrre una rilevante quantità edilizia priva di intrinseca qualità urbana.

Rispetto alla rinnovata centralità di questo tema, ad oltre cinquant´anni dall´esperienza olivettiana e in assai diversa contingenza storica, l´azione di ricerca del prossimo Festival cercherà di misurare il gradiente comunitario dell´esperienza architettonica ed urbana contemporanea quale contributo critico ad una relazione positiva e significante tra architettura e società.