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Prove aperte di dottorato

L'idea di metafora nell'opera di Oswald Mathias Ungers

 

Dottoranda: Sarah Cuccia
Relatore: prof. Annalisa Trentin


Cell Structure, O. M. Ungers

Cell Structure, O. M. Ungers

«Il progetto delle città nella città che è formata da un insieme di diverse unità viene completato dalle superfici tra le isole-nella-città in maniera antitetica. […] Queste isole nella città sarebbero cioè divise le une dalle altre da strisce di verde, definendo così la struttura della città nella città e spiegando così la metafora della città come un arcipelago verde».
Oswald Mathias Ungers, Le città nelle città. Proposte della Sommer Akademie per Berlino, in «Lotus» n°19 / giugno 1978.

La ricerca si sviluppa attorno alla definizione del rapporto dialettico sotteso trateoriaeprogettodi architettura, come elementi fondativi della nostra disciplina.

I numerosi saggi, articoli, relazioni di progetto scritti da Oswald Mathias Ungers costituiscono uncorpusteorico talmente complesso da permetterci di parlare di una vera e propria teoricaungersianadell’architettura.

Il campo di indagine si concentra, con particolare attenzione, attorno all’elaborazione e all’applicazione della teoria dellacittà arcipelagoelaborata da Oswald Mathias Ungers alla fine degli anni Settanta.

Il percorso che conduce dal ragionamento teorico al progetto architettonico è, per Ungers, un percorso lento e meditato dove, la teoria costituisce uno strumento senza il quale non è possibile costruire le fondamenta del progetto, dove luogo e storia, memoria e immaginazione si presentano come terreno sul quale riflettere e progettare. «La ricerca del fondamento del progetto non è per Ungers deducibile da una riflessione teorica o politica esterna all’architettura, ma trova negli stessi temi disciplinari la propria ragione. Lo provano i suoi libri più intimi e personali, piccole pubblicazioni che egli manda agli amici, riflessioni disegnate, processi di variazione a partire da speciali questioni[i]».

L’opera di OMU si muove tra la forma (intesa come die Gestalt, nel duplice significato di forma e figura) e l’idea (intesa nel senso platonico, come εἶδος, forma immagine, insita nella natura delle cose, eterna e immutabile). L’architettura è, per Ungers, trasposizione e realizzazione di idee, di pensieri, di concetti; è modificazione della realtà e della realtà è trasformazione. «L’architettura si può quindi liberare dalla riduzione al puro pensiero funzionale, quando la trasformazione morfologica viene assunta come strumento di progettazione[ii]».Questo significa elaborare un’immagine nota, un’idea e ricondurre l’architettura, attraverso la modificazione, al suo significato ontologico, riconoscendo le caratteristiche e le qualità dei luoghi, accettandone le trasformazioni in nuova forma di qualità. Il progetto architettonico, secondo Ungers, deve fondarsi sulla scelta di un tema, quindi su un’idea che «può anche essere realizzata o, in altre parole, una realizzazione non deve rinunciare ad un’idea[iii]».



[i]Vittorio Gregotti, E Ungers ripensò la città europea, in «La Repubblica» 09 ottobre 2007, Sezione:Cultura, p. 38.

[ii]Oswald Mathias Ungers, Architettura come tema, «Quaderni di Lotus» n°1, Electa, Milano 1982, p. 15.

[iii]Ivi, p.7.

Modena
Mostra allestita a Modena, Foro Boario (26 novembre - 12 dicembre 2010)
a cura di Sarah Cuccia