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Philip Stessens, Annabelle Blin

L'Acqua e la città

Urbanistica involontaria

Incisione di Leeghwater, 1654

Incisione di Leeghwater, 1654

Abstract
Questo articolo tratta di «epifenomeni», una parola relativamente indefinita che si rivolge ad effetti di sfondo o collaterali dei quali la relazione con la loro causa è piuttosto sfocata. In questo caso, ci concentriamo specificamente sugli aspetti fisici dell’ambiente urbano-bioclimatico come i flussi d’acqua, i flussi termici e la presenza di spazi verdi. Più specificamente, analizzeremo come questi sono soggetti a diversi tipi di urbanizzazione. Sulla base di una breve trattazione su Bordeaux, giungiamo alla conclusione che l’acqua - in tutte le sue presenze - sta riconquistando importanza nel funzionamento e la progettazione della città, seppur in modo più astratto e computazionale. 


L'Acqua e Bordeaux
L’acqua ha giocato un ruolo importante durante la costruzione della città-stato. Dall’epoca romana, Bordeaux è stata una fiorente città-porto con legami soprattutto con la Spagna e la Gran Bretagna (“Encyclopædia Britannica,” 2014). Facendo un salto in avanti, nel XVII secolo, numerosi vigneti di Bordeaux erano già operanti, però gran parte della regione era ancora terreno paludoso inutilizzabile. Sotto la direzione dell’ingegnere idraulico olandese Jan Adriaanszoon Leeghwater (1575-1650) (Fig. 1) le paludi sulla riva sinistra sono state drenate, facilitando il trasporto di persone e merci con un aumento nelle terre agricole che adesso ospitano molti dei vigneti attualmete di successo. Diversi canali e argini esistono ancora. Risalendo ancora il corso del Garonne, le barche sono state ormeggiate nel porto vicino al centro di Bordeaux, mentre chiatte cariche di prodotti alimentari viaggiavano lungo gli affluenti attraverso la città (Fig. 4, Fig. 5). Su entrambe le rive sono stati costruiti magazzini, pontili, e un ponte di legno dopo l’altro, collegando le due rive. In questo modo viene costruito un vocabolario architettonico e infrastrutturale dalle caratteristiche idrologiche del territorio.  
Dal 1830 al 1890, la Città di Bordeaux è cresciuta fino ad un’impressionante 250% rispetto alla sua popolazione originale ed era ancora più densamente popolata di oggi1 (Fig. 2). Nel tardo XIX secolo testimoniamo la nascita dell’urbanistica moderna, in reazione a problemi di salute pubblica nella città industriale sovraffollata. In quel periodo, l’urbanistica è stata considerata principalmente la risposta ad una crisi della salute umana2. Sono state costruite strade in modo speculativo, mentre gli affluenti sono diventati una grande fogna a cielo aperto. I letti del fiume sono stati ridotti e trasformati in canali. Nella regione metropolitana di Bordeaux (la CUB), la quota di superficie impervia continuava a crescere, con un deciso incremento in parallelo all’industria automobilistica.
La pianificazione urbana è stata guidata meno dalle caratteristiche naturali, comportando cambiamenti profondi nel paesaggio originale. Oggigiorno solo alcune parti dei fiumi rimangono visibili, la maggior parte di questi deboli corsi d’acqua si trovano sotto le strade, deviati, e soggetti alla pressione del terreno. Ora vediamo una svolta nuova, come riflessa nella dichiarazione d’intenti dell’AIA ‘Decade of Design’: “Curiosamente, è di nuovo la salute a spingere l’urbanistica e la pianificazione. Però l’approccio attuale dello sviluppo sostenibile nel contesto di cambiamenti climatici e lo stress di biodiversità è diverso e più complesso. Gli urbanisti non possono risolvere questa difficile situazione da soli; serve una collaborazione interdisciplinare”3.

Epifenomenistica
Le conseguenze relative all’acqua nel continuo sviluppo urbano cominciano a dimostrarsi in maniera palese in diverse città nel mondo. In primo luogo, problemi locali come inondazioni da tempesta e Isole di Calore (UHI) diventano sempre più apparenti, entrambi legati direttamente ad un incremento di superficie impervia, mentre, simultaneamente, i ruscelli sotto il cielo aperto si riducono in volume grazie alla più bassa ricarica di acque sotterranee (Batelaan, De Smedt, & Triest, 2003). In secondo luogo, i cambiamenti climatici, spinti dallo sviluppo urbano non-sostenibile, aggravano questi problemi. Questi cambiamenti implicano un grande stress sulla maggior parte degli ecosistemi esistenti (Wilby, Perry, 2006) e cambieranno il nostro ambiente in maniera profonda. Quando osserviamo il comportamento della città sotto gli scenari dei cambiamenti climatici, vediamo che in alcuni climi dell’Europa occidentale, ondate di caldo in città tenderanno a raddoppiarsi fra 2071-2100 in confronto a 1961-1990, mentre l’incremento rimarrà basso in aree rurali (Hamdi, Van de Vyver, De Troch, & Termonia, 2013). È questa la minaccia all’aspettativa di vita (Gabriel & Endlicher, 2011), facendo si che l’UHI sia un problema fondamentale da affrontare. Ancora una volta le preoccupazioni per la salute spingono alla pianificazione: “Il modo in cui sistemiamo le città influenza non solo il nostro senso di benessere, ma anche la nostra salute fisica” (Yvy, AD dell'AIA, 2013). 
Masson et al. (2013) hanno studiato la modellizzazione numerica dell’UHI di Parigi e il rimedio concludendo che: “Questo induce un 'capovolgimento del nostro punto di vista'. Fino al tardo XX secolo, le città sono state pianificate principalmente tramite il loro principale motore: l’infrastruttura. Ora, la maggior parte delle infrastrutture esistono già, e l’approccio urbanistico della prima parte del XX secolo sta cercando di imbrigliare una nuova forza motrice: lo sviluppo sostenibile. Adesso riportiamo la nostra attenzione sugli aspetti geografici e naturali, dentro e fuori città, e sull’ambiente vivente. Lavorare sulla combinazione città-clima comporta ad un nuovo modo di pianificare le città.” Le questioni di cambiamenti e trasformazioni urbane si devono affrontare in un altro modo cavalcando sia la natura sia la cultura (Pickett, Cadenasso, & McGrath, 2013), mentre una comprensione migliore dell’impatto di (ri)sviluppo sulla qualità ambientale viene basata sulla collaborazione interdisciplinare. Come scrivono Pickett et al. (2013) nell’introduzione del loro libro sulla capacità di ripresa e design: “Tutti questi cambiamenti […] producono complessità senza precedenti che richiedono soluzioni che vanno oltre l’empiricamente familiare e il disciplinarmente confortevole. […] Quale nuova teoria potrebbe emergere per accomodare una novità di questo genere? Come può quella teoria far avanzare la pratica di un'urbanistica ecologica?” 
Anche quando il campo dell’ecologia è ridotto semplicemente ai servizi che l’ecosistema4 porta a termine, l’interazione tra calore, acqua e vegetazione è molto complessa. Dall’altro canto, gli sviluppi delle tecniche di simulazione durante gli ultimi due decenni cominciano ad allargare la nostra comprensione. Comunque, è assolutamente cruciale che questi algoritmi interagiscano con il settore del design.

Design e modellazione
Se il modo di pensare la città potesse capovolgersi attraverso l’utilizzo di dati geografici, climatologici, e topografici come leva metodologica, l’urbanistica avrebbe un’altra forma e nuove tipologie di architettura sarebbero rivelate.
Ora i ricercatori stanno colmando la lacuna fra geografia e urbanistica, creando modelli GIS5 che informano urbanisti, decisori politici e paesaggisti con semplici indicatori spaziali. Esattamente dov’è che la creazione di spazi verdi abbia il maggior impatto su le inondazioni o il clima? In che modo la regolazione delle acque influenzano la superficie freatica e quindi la capacità rinfrescante dell’evapotraspirazione6 degli alberi durante le calde giornate estive? Dov’è che mancano alla popolazione gli spazi verdi e di che genere? Qual’è il vero effetto di togliere una barriera o degli spazi verdi comunicanti? Qual'è un luogo ambientalmente adatto per costruire o da densificare? Questi modelli GIS possono monitorare l’ambiente col tempo, ma permettono anche prove dell’impatto di scenari. Possiamo domandarci se la conoscenza che questi modelli porteranno diventerà visibile nella struttura della città. Col tempo, la città ci mostrerà la sua sensibilità topografica, climatica e idrologica? 
Questa storia, comunque, ha due lati cruciali. In primo luogo, i modelli sono sempre un’approssimazione della realtà. La chiave consiste nell’accettarli come sono, e di renderli competenti, fare si che ci diano nuove intuizioni (TED, 2014). Inoltre, esiste il pericolo che i modelli ci portino sulla strada sbagliata. Per cui, l’interpretazione e il collegamento dei risultati ad altre prospettive è uno dei nuovi doveri dell’urbanista. In secondo luogo, la proiezione è diversa dalla predizione. C’è ancora bisogno che gli urbanisti proiettino la loro visione e comunichino progetti chiari. Un esempio è la visione per Bordeaux7 dentro il quadro di “55.000 ha pour la Nature”, in termini più specifici, la valorizzazione dei “jalles”8 attraverso una lettura approfondita e intensiva del paesaggio (urbano), un potente “Paesaggio Esemplare” (Fig. 6). La specificità di quest’approccio si trova nell’anticipo di un’intenzione ottenuta semplicemente filtrando la situazione attuale. Questo permette una comunicazione molto chiara a tutti le figure coinvolte. 

Passi in avanti
Nel 2010, la CUB ha lanciato un progetto per immaginare 50000 nuove unità abitative attorno ai nodi di trasporto pubblico, e nel 2012 ha lanciato “55.000 ha pour la Nature”, in cui hanno chiesto a cinque squadre interdisciplinari di presentare una visione globale e successivamente di lavorare sopra un tema specifico, come “la valorizzazione di zone allagabili e acquatiche” oppure “rafforzare la rete verde e blu”. E’ stata la prima volta in Francia che il ruolo della natura dentro un’agglomerazione è stato concepito in un modo così integrato, con le sue funzioni sociali, economiche e ambientali. Un’altra novità consiste nel fatto che le città della stessa misura metropolitana collaborano intensamente nell’affrontare sfide comuni, sostenute da un centro di pensiero interdisciplinare, che comprende paesaggisti, urbanisti, filosofi e specialisti di agricoltura, suolo e gestione forestale. Anche se la città evoluta abbia guadagnato la capacità di sopraffare strutture paesaggistiche locali, sta tornando l’idea che rafforzare le loro qualità inerenti è una possibilità per produrre un nuovo clima fisico e sociale. A questo punto, comunque, siamo ancora lontani da una sovrapposizione dei diversi campi dell’urbanizzazione. Per esempio, La CUB ha perso l’opportunità di creare legami forti fra i due progetti. Anche nella scienza, come nella pratica e nella governance, osserviamo veri progressi nella comprensione della città, compresa una graduale consapevolezza degli “epifenomeni” in cui esiste la capacità di sviluppare gli strumenti e le strutture in un modo mai concepito per l’architettura, l’urbanistica e il paesaggio simultaneamente, anche se una pratica matura rimane lontana.

Notes
1 Sorgente: fino al 1999: EHESS – i villaggi Cassini nei confini amministrativi attuali sul sito web dell' École des Hautes Etudes en Sciences Sociales. Dal 2004 in poi: INSEE – Institut National de la Statistique et des Etudes Economiques
2 Altri motivi comprendono l'imposizione di controllo e speculazione
3 La dichiarazione d'intenti dell'AIA 'Decade of Design'; questa promessa dell'AIA da dieci anni verrà a documentare, concepire, e implementare soluzioni relative al design dell'ambiente urbano costruito nell'interesse della salute pubblica, e l'uso efficace di risorse naturali, economiche, e umane.
4 Dall'ultimo decennio del XX secolo, il concetto di Servizi Ecosistema si è guadagnato un ruolo importante nel dibattito sulla sostenibilità e qualità di vita (Lappé, 2009) (Burkhard, Petrosillo, & Costanza, 2010). Neßhöver et al. (2007, in (Bastian, Haase, & Grunewald, 2012)) considerano i servizi ecosistema come l'anello mancante fra ecosistemi e benessere umano. Secondo il Millennium Assessment Report (2005)(Relazione di Valutazione degli Ecosistemi per il Millennio), i servizi ecosistema possono definirsi come i benefici che il genere umano riceve dagli ecosistemi.
5 Il Geographic Information System, un sistema digitale per geo-wlocalizzazione e analisi.
6 "Evapotraspirazione" è una contrazione di evaporazione e traspirazione. Traspirazione di vegetazione si verifica tramite l'apertura di stomi di foglie e dipende direttamente dal livello delle falde freatiche. Quando l'acqua è (evapo)traspirata, il calore viene estratta dall'aria nella fase di transizione dall'acqua al vapore.
7 Progetto di Bureau Bas Smets (capo progetto) in collaborazione con lAUC, Transsolar, Earth System Sciences from Vrije Universiteit Brussel, CAFSA, Campana Eleb Sablic, LAMS, NFU, Office KGDVS e Sebastien Marot.
8 Affluenti del Garonne, come descritti di sopra.

Philip Stessens è ricercatore di dottorato presso l'Université Libre de Bruxelles, specializzato nell'analisi e nella realizzazione di modelli di servizi di ecosistemi urbani in un ambiente GIS. Ha fatto un Master (Msc) in Architettura (è architetto-ingegnere) e ha praticato paesaggistica, design dell'infrastruttura basato sul paesaggio, consulenza per politiche di architettura e urbanizzazione.

Annabelle Blin è paesaggista indipendente. Dopo esperienze lavorative presso diversi studi di architettura e paesaggistica, ha fondato ETABLISSEMENT nel 2015, con l'ambizione di non concentrarsi esclusivamente sul paesaggio come un'entità separata, ma indagare quest'ultimo in collaborazione con l'urbanistica nel suo complesso
Evoluzione demografica del comune di Bordeaux

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