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Maria Salerno

La densità del « Le Grand Paris »

 

Portzamparc: la metropolitana rapida <br /p>   [http://www.lemoniteur.fr/133-amenagement/portfolio/606029-grand-paris-les-resultats-de-la-consultation-internationale?4901=397175#4901 <br /p>
© Doc Christian de Portzamparc - Laboratoire C.R.E.T.E.I.L.]

Portzamparc: la metropolitana rapida
[http://www.lemoniteur.fr/133-amenagement/portfolio/606029-grand-paris-les-resultats-de-la-consultation-internationale?4901=397175#4901
© Doc Christian de Portzamparc - Laboratoire C.R.E.T.E.I.L.]

 

La consultazione internazionale a inviti “Le Grand Paris” é un progetto lanciato dall’anteriore presidente francese, Nicolas Sarkozy, con l’obbiettivo di cominciare una riflessione su come organizzare una piccola capitale di poco più di 2 milioni di abitanti attorniata da una periferia di 9 milioni di persone. Dieci gruppi internazionali e pluridisciplinari hanno lavorato tra giugno 2008 e novembre 2009. Oggi i 10 gruppi sono riuniti all’interno di una struttura permanente, l’ “Atelier international du Grand Paris”, che deve continuare la riflessione, facilitare la cooperazione tra gli operatori della metropoli e promuovere il dibattito pubblico. Nei rapporti consegnati alla fine della consultazione il tema della densità è ricorrente.

La densità, come ricorda Marc Weil (Weil, 2010, 119), é innanzitutto un termine giuridico che ci rinvia subito all’urbanizzazione. La densità è in un certo modo sinonimo di città. Per risolvere i problemi della grande periferia di Parigi molti progetti propongono di urbanizzare e quindi di densificare queste zone. Ad esempio, il gruppo Descartes (Yves Lyon) studia come cambiare i regolamenti per permettere delle estensioni sulle piccole parcelle nel tessuto “pavillonnaire”, di case unifamiliari, e propone di riqualificare lo spazio pubblico. 

Portzamparc afferma che il « sostenibile » è il «trasformabile », per consequenza ipotizza delle nuove regole contro i territori “bloccati”, interviene sulle parcelle dei “grands ensembles” degli edifici degli anni settanta e le riduce dividendole. La trasformabilità si traduce, per l’architetto, anche come aumento di spessore degli edifici di abitazioni. Un esempio è dato da una delle sue realizzazioni nella rue Nationale a Parigi (1990-1995), un progetto realizzato all’interno della riabilitazione di un grande isolato nel XIII quartiere della città. Un edificio a stecca è stato rinnovato aumentando la larghezza degli appartamenti, lo spessore aggiunto permette di migliorare l’isolamento termico e di aggiungere balconi e logge agli appartamenti. Ridisegnare la facciata implica, pero’, di cambiare il limite e il profilo della strada. La scelta della densità ci rimanda ancora al tema dello spazio pubblico: è la qualità dello spazio pubblico che permette di accettare la densificazione urbana.

Un elemento architettonico caratteristico dell’alta densità della città è l’edificio a torre. Spesso nei rapporti dei diversi gruppi le torri di abitazioni sono proposte come perimetro alle zone di verde pubblico (Roland Castro, Jean Nouvel, Portzamparc). 
Il parco urbano come pretesto alla costruzione di torri di abitazioni e alla densificazione? Come dice Sébastien Marot , membro del consiglio scientifico per la consultazione del “Le Grand Paris” : è la “sindrome di Central Park”.

Densità - mobilità : un’equazione evidente?
Nella riflessione del dopo Kyoto la mobilità occupa un posto importante visto che uno degli obiettivi dati è di diminuire l’emissione dei gas a effetto serra. In questo senso si poteva immaginare una diminuzione della mobilità per la metropoli parigina, invece è il contrario che è proposto. È proprio la mobilità che permette di strutturare il territorio e di stabilire una gerarchia tra gli spazi a scala territoriale e quelli a scala locale. La mobilità è una garanzia per il buon funzionamento della metropoli. Grazie al miglioramento della rete dei trasporti, riunificare il territorio non è solo un obiettivo economico ma anche sociale. Ciò che è vicino, nella metropoli, spiega Jean Nouvel, è ciò che è rapidamente e comodamente accessibile dal posto dove ci si trova e la gerarchia dei luoghi non é di ordine spaziale, ma piuttosto temporale. Così uno dei parametri principali per la valutazione dei territori è la riduzione della durata degli spostamenti resa possibile con l’aumento della velocità. I sistemi di mobilità proposti sono diversi: vanno dalla micro-mobilità, alla macro-mobilità passando dalla mobilità intermedia. 

L’urbanizzazione come fattore di mobilità. In questo senso, Grambach propone di mettere in movimento il territorio e trasforma l’autostrada Paris-Le Havre in una avenue, mentre Portzamparc progetta una sopraelevata sulla tangenziale di Parigi (le peripherique) per una metropolitana rapida. In quest’ultimo caso possiamo parlare anche di densità in termini di trasporto.

In tutte queste riflessioni progettuali la scommessa è rendere compatibile la competività e la coesione sociale: aumentare la competitività internazionale della metropoli salvaguardando il benessere e apportando un miglioramento alla vita quotidiana dei franciliens (degli abitanti dell’Ile de France). Portzamparc qualifica questa situazione di “paradosso metropolitano” : come riuscire a conciliare “spazialmente”  competitività e benessere?
Per superare questa contraddizione la maggior parte dei gruppi applicano degli approcci multiscala. La coesione sociale non è trattata solo in termini di accessibilità dei luoghi di lavoro o svago ma anche come prossimità. 

Il vero nuovo apporto di questi studi è la consapevolezza che partendo dalla piccola scala si possa cambiare la metropoli. Guardando l’esempio del rapporto del gruppo AUC (Djamel Klouche), è particolarmente significativo che, nella produzione finale, a fianco alle piante a scala territoriale ci fossero i plastici di appartamenti studiati a piccola scala. Il progetto architettonico inizia dallo spazio privato ed investe quello pubblico, dalla riflessione sulla casa unifamiliare e dai diversi modi di vita si passa poi a pensare al territorio.
Questo metodo di studio che permette di passare dalla scala del quotidiano alla scala del territorio, e viceversa, è uno degli aspetti più innovativi che sia stato messo in rilievo da queste ricerche.

Tutti i gruppi hanno riconosciuto il carattere fondamentale della mobilità ma anche la necessità di renderla compatibile con la qualità della vita.
La soluzione all’equazione densità / mobilità dipenderà dal valore dell’incognita che è determinata oggi dal progetto alla scala del quotidiano e dalla qualità della vita offerta ai cittadini.


Maria Salerno, architetto, insegna TPCAU (Théories et Pratiques de la Conception Architecturale et Urbaine) presso l’ENSA Paris-Malaquais a Parigi.Svolge attività professionale all’interno dello studio RPBW dal 1988, dal 2003 in qualità di consulente permanente.

Bibliografia
AAVV, La Grand Pari(s). Consultation internationale sur l’avenir de la métropole parisienne, AMC hors-série,  Le Moniteur, Paris 2009.
LELOUP M., BERTONE M., Le Grand Paris - Les coulisses de la consultation -, Archibooks, Paris 2009.
MANGIN D., La ville franchisée : Formes et structures de la ville contemporaine, édition de la Villette, Paris 2004.
PANERAI P., Paris métropole: formes et échelles du Grand Paris, édition de la Villette, Paris 2008.
WIEL M., Le Grand Paris. Premiers conflits né de la décentralisation, L’Harmattan, Paris 2010.


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