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Mauro Marzo

Francesco Venezia: insegnare con le rovine

 

Progetto di uno studente a partire dalla “ruderizzazione” del progetto per l’Unité d’habitation per Strasbourg di Le Corbusier.

Progetto di uno studente a partire dalla “ruderizzazione” del progetto per l’Unité d’habitation per Strasbourg di Le Corbusier.

 

Gli scritti, i progetti, la didattica di Francesco Venezia si connotano per una certa inclinazione a far tornare l’ambito delle proprie riflessioni, “con perseveranza e qualche volta con ossessione”, su poche idee (F. Venezia, 19902, 5).

Egli ritiene, non a torto, che solo esercitando il pensiero su poche questioni centrali, su pochi selezionati libri, sull’opera di pochi scelti maestri, si possa riuscire ad andare a fondo delle cose e a costruire solide basi per il proprio lavoro. Tra le questioni più a lungo indagate dall’architetto napoletano vi è quel rapporto tra studio delle rovine e progetto contemporaneo che può essere considerato come uno dei principali nuclei tematici intorno a cui ruota il suo pensiero.

Basterebbe leggere anche solo alcuni dei suoi saggi, sfogliare uno dei volumi dedicati alla sua opera o soffermarsi ad osservare i suoi schizzi, per rilevare quale peso assuma il tema della rovina nella sua produzione teorica e progettuale, come ben sa chi ama l’architettura di Francesco Venezia.

Un aspetto forse meno conosciuto, almeno al di fuori dell’ambito strettamente accademico, è che proprio la riflessione sulle rovine era stata assunta quale tema monografico dei laboratori di Progettazione architettonica tenuti dal docente presso l’Univesità Iuav di Venezia negli a.a. 2005-2006 e 2006-2007.

Una selezione degli elaborati più significativi di entrambi i corsi era poi confluita in due pubblicazioni successive che, edite in tiratura limitata, hanno avuto una diffusione più contenuta di quanto l’interesse dei risultati didattici avrebbe meritato.

Più che l’impostazione del secondo corso - provocatoriamente dedicato, proprio nell’anno dell’inaugurazione del Museo di Richard Meier, al trasferimento dell’Ara Pacis dalla sua “gabbia sul Lungotevere” (O. Basso – M. De Mattio – C. Frisone, 2008, 9) all’interno del rudere del Mausoleo di Augusto -, di notevole interesse risulta il taglio dato al laboratorio dell’a.a. 2005-2006.

Dedicato al tema del “Non finito in architettura”, tale laboratorio presentava aspetti di notevole originalità metodologica. L’idea proposta agli studenti si fondava su un’ipotesi iniziale abbastanza complessa consistente nell’immaginare che alcuni progetti di maestri del moderno, non realizzati nella realtà storica, fossero stati in parte costruiti.

Nell’esercizio accademico si immaginava che la fase costruttiva di tali opere, interrotta per svariate ragioni, avesse consegnato alla storia dell’architettura dei non-finiti, delle rovine del moderno in attesa di progetti che potessero risarcirle della loro incompiutezza.

Il percorso didattico accompagnava il discente ad immaginare in forma di rudere progetti non realizzati di Frank Lloyd Wright, di Le Corbusier, di Sigurd Lewerentz e lo induceva a: riflettere sulle relazioni che legano tra loro le parti che compongono un’architettura; ragionare sul senso che porta con sé ogni azione compositiva che aggiunga o sottragga segni ad un’opera; imbastire dialoghi a distanza con i maestri sul terreno dei loro stessi progetti.

La Christian Catholic Church per Zion City del 1911-15 di Wright, il crematorio a Bergaliden del 1914 di Lewerentz e due progetti di Le Corbusier, l’Unité d’habitation di Strasbourg del 1951 e la chiesa per il nuovo ospedale di Venezia elaborato con Guillermo Jullian de la Fuente nel 1966, sono diventati oggetto di letture figurative, di smontaggi compositivi, di virtuali “ruderizzazioni” che hanno condotto il progetto a forme non previste. Gli studenti -guidati da Venezia con la collaborazione di O. Basso, M. De Mattio, S. Fierro, C. Frisone – hanno potuto così ragionare sulla valenza estetica e sulla forza espressiva di virtuali “non-finiti” d’autore da assimilare ad antiche rovine.

Mauro Marzo, Docente a contratto di Progettazione presso la Facoltà di Architettura di Parma e tutor al Dottorato in Composizione architettonica dell'Università Iuav di Venezia.

 

Bibliografia

F. Venezia (19902). Scritti brevi. 1975-1989. Napoli: Clean.

O. Basso et Al. (2007). Non finito in architettura. Laboratorio di Progettazione Architettonica 1 diretto da Francesco Venezia. Tipografia Sartor: Pordenone.

O. Basso, M. De Mattio, C. Frisone (2008). Nel ventre dell’antico. Trasferimento dell’Ara Pacis nel Mausoleo di Augusto. Laboratorio di Progettazione Architettonica 1 diretto da Francesco Venezia. Polygraf: Pordenone.

Copertina del libro: O. Basso et Al. (2007). Non finito in architettura. Laboratorio di Progettazione Architettonica 1 diretto da Francesco Venezia.  - ZOOM

Copertina del libro: O. Basso et Al. (2007). Non finito in architettura. Laboratorio di Progettazione Architettonica 1 diretto da Francesco Venezia.