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Architetture di Mart Stam 1924-1933

Etica della modestia e della responsabilità civile

Patrizio Martinelli

Allestimento della mostra “Architetture di Mart Stam 1924-1933. Disegni modelli interpretazioni” presso il Palazzo delle Arti di Napoli

Allestimento della mostra “Architetture di Mart Stam 1924-1933. Disegni modelli interpretazioni” presso il Palazzo delle Arti di Napoli

Nel 1997 la Münster School of Architecture si fece promotrice, coinvolgendo poi le Università di Delft, Cracovia e Zurigo, di una iniziativa culturale che mirava a salvare dalla demolizione una delle più importanti opere realizzate da Mart Stam, la residenza per anziani della Fondazione Henry e Emma Budge, risalente al 1929-30 e costruita a Francoforte dall’architetto olandese grazie al sostegno di Ernst May, allora responsabile dell’ufficio per la pianificazione della città di Francoforte.

L’edificio, dalla storia travagliata (ne fu osteggiata la costruzione, negli anni Trenta e dopo la seconda guerra mondiale fu usato dall’esercito americano come caserma), alla fine degli anni Novanta rischiava di essere demolito, vista l’intenzione dell’amministrazione comunale di trarre profitto dal terreno grazie a iniziative edilizie speculative. Per opporsi a questo tentativo, i docenti della MSA, coordinati dal prof. Herbert Bühler, organizzarono un concorso per gli studenti delle quattro università europee coinvolte, incentrato sulla riqualificazione e riuso dell’edificio, e una mostra al Deutsches Architekturmuseum di Francoforte. In occasione di tale evento furono realizzati dagli studenti della MSA undici modelli, relativi a otto progetti, alcuni dei quali costruiti, elaborati fra il 1924 e il 1933 dall’architetto olandese. Lo sforzo culturale fu fortunatamente ben accolto, e l’edificio alla fine fu salvato dalla demolizione e restaurato.

Dopo più di dieci anni, nel 2009 un gruppo di ricerca coordinato dal prof. Armando Dal Fabbro dell’Università Iuav di Venezia ha ripreso il lavoro iniziato dall’Università di Münster, grazie anche allo stretto rapporto di collaborazione instaurato da tempo fra le due facoltà, elaborando per gli otto progetti, di cui esistevano già i modelli, i ridisegni e le analisi interpretative (realizzati da studenti veneziani) che mirano a comprendere e sviscerare i temi compositivi, urbani e tettonici insiti in ciascuna opera. L’intento era quello di portare ancora l'attenzione sulla figura di Mart Stam, attraverso una rilettura in chiave didattica e scientifica degli aspetti della sua esperienza, una delle espressioni più originali della cultura architettonica europea, fortemente connessa con le vicende angolari dei maestri dell'architettura moderna.

Il lavoro di ricerca ha avuto come esito finale la realizzazione del libro “Architetture di Mars Stam 1924-1933. Disegni modelli interpretazioni” a cura di Armando Dal Fabbro e di chi scrive, e di una mostra itinerante che raccoglie i modelli, i ridisegni e le analisi grafiche, la cui prima tappa è stata l’esposizione svoltasi nella primavera dell’anno scorso presso l’Università Iuav di Venezia e che dal 1 al 24 aprile 2011 si tiene a Napoli presso il Palazzo delle Arti di Napoli, con l’organizzazione di Renato Capozzi, Federica Visconti, Dario Colucci, Guido Corsaro e Giovanni Lucca, e grazie alla collaborazione della Fondazione Internazionale per gli Studi Superiori di Architettura di Napoli.

La mostra e il libro ad essa collegata mirano innanzitutto a ricordare e far conoscere ai più l’opera di Stam, personaggio ancora di fatto poco noto ma di notevole interesse, una figura di architetto che credeva nel mestiere come arte dell'impegno, arte rigorosa, sincera e vicina alle esigenze e alle possibilità dell'uomo, come corretta e sapiente messa in opera dei problemi tecnici e sociali del vivere dentro la città, in declinazioni sempre originali che in alcuni casi lo vedevano contrapposto alla retorica delle avanguardie e ai formalismi modernisti. Personaggio schivo, che ha annullato l’aspirazione al protagonismo contribuendo con umiltà al lavoro collettivo sul progetto, Stam ha lasciato il segno attraverso un pensiero architettonico che ha declinato ad ogni scala, dal design dei mobili – è nota la sua sedia a sbalzo in tubolare in ferro - alla pianificazione urbanistica delle città del regime sovietico, passando attraverso fecondi esiti nei progetti di residenze e grandi infrastrutture architettoniche.

Tornare a riflettere sull’opera di Mart Stam significa da una parte riscoprire opere e progetti di architettura che pongono fondamentali questioni compositive (ad esempio nella centrale relazione fra figura architettonica e figura strutturale), e temi spesso dimenticati dal professionismo contemporaneo, annebbiato dalla falsificazione patinata delle immagini. Dall’altra ritrovare l’afflato etico insito nel suo pensiero, nella convinzione che l’insegnamento dei maestri del Movimento Moderno, anche quelli come Stam che in nome dell’architettura si sono tenuti fuori dalla luce dei riflettori, non è a tutt’oggi ancora esaurito.

Patrizio M. Martinelli, Dottore di Ricerca in Composizione Architettonica presso l’Università Iuav di Venezia

Fotomontaggio delle opere di Mart Stam pubblicato in “Das Neue Frankfurt”, 1930

Fotomontaggio delle opere di Mart Stam pubblicato in “Das Neue Frankfurt”, 1930