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Selezione Architettura 2010

Piero Orlandi

Residenze Fornace del Bersaglio - Faenza (RA). 
Progetto 2002-2006, realizzazione 2005-2008. 
D.Cristofani, G.Lelli, R.Bandini, A.Luccaroni, V.Mazzotti. Cristofani & Lelli architetti
ora Lelli & Associati architettura /Magazè srl. Interni Lelli & Associati architettura

Residenze Fornace del Bersaglio - Faenza (RA). Progetto 2002-2006, realizzazione 2005-2008. D.Cristofani, G.Lelli, R.Bandini, A.Luccaroni, V.Mazzotti. Cristofani & Lelli architetti ora Lelli & Associati architettura /Magazè srl. Interni Lelli & Associati architettura

Nel 2005 l'IBC dell'Emilia-Romagna pubblicò un catalogo di mille architetture del secondo Novecento in regione, intitolandolo “Quale e quanta”. L'obiettivo della ricerca era di segnalare al pubblico e alle stesse amministrazioni comunali il patrimonio architettonico di qualità che avendo oltrepassato i cinquant'anni dalla costruzione può essere meritevole di tutela, o almeno di una particolare attenzione conservativa. Oltre a questo, c'era uno scopo più largamente culturale: la comunicazione al pubblico dei valori non solo estetici, ma anche simbolici, sociali, collettivi dell'architettura, anche di quella a noi contemporanea, che è poco nota e di solito viene sottovalutata.
E' sembrato ora opportuno, con lo stesso spirito, integrare quel lavoro – che esaminava il periodo 1945-2000 – con le opere più interessanti costruite in quest'ultimo decennio. Lo stesso IBC – attraverso un avviso sul proprio sito -  ha dunque invitato i progettisti a presentare le loro candidature e a partecipare a una selezione che ha come appuntamento conclusivo una tavola rotonda che avrà luogo il prossimo 18 novembre all'Auditorium Biagi di Sala Borsa a Bologna.
Hanno partecipato 180 opere, ne sono state selezionate 43 e 12 di queste saranno presentate alla discussione pubblica. Questi sono i numeri. Poiché si tratta di una “prima volta”, non si pretende di essere riusciti a dare una panoramica completa o definitiva dello stato dell'architettura contemporanea in regione. E' solo una finestra che si apre sul paesaggio dell'architettura.
La selezione ha lasciato emergere il meglio tra le diverse pratiche che segnano il nostro territorio. Si sente con piacere la traccia di un rinnovato impegno per la responsabilità sociale in architettura, attraverso un concetto ampio di sostenibilità, che non si limita ai nuovi materiali e alle nuove tecnologie ma si allarga a comprendere la gestione economica e sociale del costruito. E si sente anche l'esigenza di ricostruire una comunità attraverso l'architettura, facendone appunto spazio e simbolo non di poteri privati e pubblici distanti e inaccessibili, ma di gruppi di persone che si conoscono e si consultano.
E' percepibile, in alcuni lavori, la necessità di opporsi con progetti responsabili a quella bulimia immobiliare – come è stata recentemente chiamata – che ha stravolto l'immagine di intere regioni. Si è parlato molto del Veneto – dove negli anni dal 2001 al 2006 è stato costruito un numero di case triplo del numero dei nuovi abitanti, ma un discorso simile può essere fatto per molte aree della nostra regione. Small scale, big change dice il titolo di una mostra al Moma di New York. Opporsi al gigantismo, allo spreco, agli eccessi del sistema delle archistar anche attraverso strategie di riciclaggio degli spazi esistenti, e con l'emersione di pratiche autorganizzate e informali di cui l'architettura “colta” deve tener conto. E anche l'urbanistica, uscendo da una separatezza concettuale e operativa che è costata cara in termini di degrado del territorio.
La nuova architettura che lentamente emerge anche dalla selezione effettuata dall'IBC è difficilmente riconducibile alle tipologie conosciute, per il motivo semplice che non esiste più la società che veniva congelata nei suoi comportamenti e nei suoi bisogni nei tipi edilizi dei manuali. Variatio delectat, la massima oggi è più che mai valida anche per l'ambiente costruito, dove dobbiamo abituarci a riscontrare disomogeneità e contrasti derivanti dalle differenze sociali, religiose, etniche che compongono il mosaico sociale.
L'armonia non può essere più l'unico concetto con cui cercare di dominare le trasformazioni urbane e territoriali, e questo rende ancora più difficile di prima la ricerca di un equilibrio tra regola e abuso, tra nuovo e antico, tra globale e locale.

Piero Orlandi
Responsabile del Servizio Beni Architettonici, Istituto Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna

Locandina Selezione Architettura 2010

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