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Intervento Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico di Modena

Un ospedale aperto alla città: il Policlinico di Modena

Intervengono:

Dott. Stefano Cencetti, Direttore generale Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico di Modena

Arch. Luca Giovanardi, progettista del piano particolareggiato


Piano Particolareggiato Policlinico di Modena - ZOOM

Piano Particolareggiato Policlinico di Modena

Il Policlinico è stato inaugurato nel 1963 al temine di un lungo iter che risale a un concorso nazionale tenuto nel 1938.

Superata la fase in cui l’ospedale si ergeva come una utopica megastruttura solitaria e autoreferenziale, decontestualizzata macchina per guarire fra campi coltivati, il campus ospedaliero si è via via fatto più complesso e articolata, così come la città cresceva e lo inglobava e lo faceva proprio, elemento identitario e non più decontestualizzato. Il sito si veniva a caratterizzare a partire dalla specificità della megastruttura.

Fra gli anni 80 e i primi 90 il campus ospedaliero è cresciuto tumultuosamente, e solo negli anni successivi sono maturate le consapevolezze che sono alla base del nostro progetto. A questa evoluzione si è voluto dare senso con un percorso di programmazione, pianificazione, gestione e trasformazione che si è delineato con gli strumenti del Piano di Riqualificazione e Riorganizzazione e del successivo Piano Particolareggiato che ne dà piena forma urbanistica e architettonica.

Il campus ospedaliero, congiuntamente al limitrofo campus universitario delle facoltà scientifiche, è il principale ordinatore di questo ampio quadrante urbano e costituisce il perno attorno al quale la città può strutturarsi come luogo della complessità.

Partendo dalla necessità di dare forma e leggibilità all’evoluzione della struttura sanitaria, il progetto interviene riaggregandola in tre grandi fasce caratterizzate da una sempre maggiore intensità di cura.

Un accorto bilanciamento fra nuove costruzioni e demolizioni consente di ottenere un uso intensivo dell’area, riducendo le superfici coperte e ampliando le aree a copertura vegetale. Il processo sostitutivo è occasione per eliminare corpi di fabbrica energeticamente insostenibili.

La riorganizzazione dei flussi di traffico, specializzando gli accessi e inibendo gli attraversamenti, è l’occasione per la creazione di un isola pedonalizzata in cui individuare due piazze, quella del Policlinico, accesso per pazienti e visitatori, e quella della Facoltà di Medicina, luogo di socializzazione degli studenti.

Dopo avere creato un nuovo percorso protetto per la linea filoviaria del trasporto pubblico, e avere implementato la rete delle piste ciclabili con percorsi tangenziali e di attraversamento del campus, si pone mano al complesso dei parcheggi, anch’essi specializzati come gli accessi, potenziando l’offerta complessiva di circa il 60%.

La via Emilia è occasione per un intervento che ne sottolinei la centralità urbana, e la cortina edilizia prevista è al tempo stesso occasione di razionalizzazione degli spazi direzionali, ora frazionati in varie sedi in affitto al di fuori del campus, e importante elemento di riequilibrio acustico sia per gli edifici ospedalieri che per i grandi spazi di verde che li circondano.

Questo progetto, la cui definitiva approvazione risale al marzo di quest’anno, è già in corso di realizzazione per quanto riguarda gli aspetti di riorganizzazione funzionale, sono in corso numerosi interventi di ristrutturazione di interi dipartimenti, è definitivamente approvato il nuovo edificio in cui vengono concentrati tutti i laboratori del campus e sta per vedere la luce il primo degli interventi sulla accoglienza, un edificio, porta dell’ospedale, in cui si aggregano lungo il percorso di accesso, potenziandone la leggibilità, le strutture di supporto commerciale, dotate in copertura di un parcheggio pluripiano che contribuisce a potenziare la pedonalizzazione del campus.

Vista tridimensionale degli interventi

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La stanza del laboratorio di ricerca rimane aperta alle critiche, ai contributi e alle domande dei visitatori. Interloquendo con i curatori entri a far parte di una ricerca intesa come processo partecipato di conoscenza ed interpretazione.

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